Incontro sovente persone che, di fronte alla teoria dei 4 livelli Thaatt, mi dicono “Ah no ! Ringraziare i miei genitori proprio no ! Almeno non adesso, prima devo rafforzare ancora un pò la mia autostima e poi, al limite, ci provo” oppure “Voglio bene al mio compagno/a però mi fa così incazzare ! Non mi ascolta mai e poi sbaglia. Non hai idea di quante volte devo ripetergli/le le cose ! Gli/le voglio bene ma ringraziarlo/a … mmm”.
In effetti è quello che ho sperimentato anch’io per molti anni. Non sopportavo i miei genitori e, dopo poco tempo, nemmeno le mie compagne di vita e così mi concentravo a fare cose che potessero innalzare la mia autostima (che non è da confondere, però, con “l’autostima Thaatt” del 3° livello) in modo da “elevarmi” al di sopra di mia madre, mio padre o della mia compagna.
Così facendo, i rapporti si deterioravano ogni giorno di più e, almeno per quanto riguarda le mie compagne (con i genitori questa “soluzione” non si può attuare ), dopo pochi anni (di solito tra i 3 e i 7), chiudevo il rapporto … e non sapevo nemmeno bene io perchè.
“Non ti amo più. Credo sia meglio, per entrambi, prendere strade diverse”, queste, più o meno, erano le parole di congedo che pronunciavo.
Dopodichè seguiva un periodo di attività frenetica: corsi di ballo, serate fuori con gli amici, viaggi, cinema … ahhh … la “libertà” ! Questa sì che è vita ! La mia “autostima” saliva alle stelle ! Wow, ogni volta credevo di aver trovato la soluzione a tutti i miei problemi.
Però la tattica non funzionava a lungo.
Dopo 2 o 3 mesi, non ce la facevo più a tenere certi ritmi e così, inevitabilmente, trovavo un’altra compagna con l’illusione, ogni volta, che fosse “quella giusta”, che fosse quella che riuscisse a capirmi, che fosse la compagna con la quale avrei potuto avere un rapporto idilliaco e far vedere così, ai miei genitori, che IO la sapevo molto più lunga di loro, che il MIO modo di vivere era quello giusto, che IO ero riuscito dove loro, secondo me, avevano fallito.
Credete che abbia trovato la famosa “compagna perfetta” ? No eh ?! Esatto, non l’ho mai trovata ed il perchè è semplice … non esiste !
Non esiste la persona che “possa capirci”
Non esiste la persona che possa aiutarci a “fuggire”
Non esiste la persona che possa riempire i nostri vuoti
E’ solo compito nostro voler continuare a crescere.
Oggi ho incontrato un’amica che non vedevo da tanto tempo. Adesso lei è sposata, ha avuto una bambina e la seconda è in arrivo. Abbiamo parlato un pò insieme e mi ha chiesto chiarimenti sulla Thaatt. Dopo averle spiegato un pò più a fondo i concetti base, mi ha detto “In effetti ho un brutto rapporto con mia madre però, adesso, vorrei fare una cosa per riavvicinarmi a lei. Dare, come secondo nome alla figlia che sta arrivando, il suo nome. Pensi che sia una buona idea ?”. Le ho risposto che poteva essere una buona idea a patto che, prima, lei facesse pace con sua madre e la ringraziasse, profondamente, per quello che aveva fatto per lei altrimenti, con quel “secondo nome”, era come se passasse a sua figlia il compito di risolvere un blocco che lei non era ancora riuscita a sciogliere.
Mi rendo conto che chiedere scusa e ringraziare i propri genitori non sia una cosa facile, ma è un passo necessario per poter procedere sulla strada della serenità.
Immaginate che la vostra vita sia un vaso di cristallo e che dobbiate riempirlo d’acqua. Nell’acqua di questo vaso potete galleggiare e più acqua riuscirete ad immettere, più i vostri orizzonti si allargheranno poichè risalirete sempre più verso la superficie.
Immaginate che, partendo dalla base di questo vaso e risalendo fino a circa un terzo di esso, sia tutto spazio dedicato al primo livello Thaatt: i vostri genitori. Solo quando avrete riempito d’acqua un terzo del vostro vaso potrete accedere al secondo terzo che rappresenta il vostro compagno di vita e poi all’ultimo terzo che rappresenta voi stessi.
Immaginate, però, che ci sia una falla, più o meno grande, in questo vaso e che si trovi proprio nello spazio dedicato al 1° livello.
Questo significa che dovrete continuamente inserire acqua altrimenti, non appena vi fermerete, il livello scenderà e, dal secondo livello Thaatt, tornerete al primo (e in effetti succede spesso, soprattuto per gli uomini, che dopo essersi separati dalla propria compagna ritornino a vivere, almeno per un periodo, con i propri genitori).
Quando succede questo, si ha la sensazione di sentirsi risucchiare verso il fondo. Le espressioni “Mi sono sentito mancare la terra da sotto i piedi” oppure “Sono sceso in un abisso di disperazione” oppure ancora “Vedevo tutto buio, mi sentivo solo, non avevo più voglia di uscire e piangevo continuamente”, possono rendere l’idea di questo prosciugamento improvviso del vaso.
La prima parte del vaso, proprio i primi centimetri, sono piantati nella terra e se la falla dovesse trovarsi lì, allora il livello potrebbe scendere di molto e vi ritrovereste al buio. In quei frangenti sono utili, molto utili, le lacrime perchè, anche se di poco, aggiungono comunque acqua nel vaso … almeno quanto basta per intravedere ancora la luce.
E’ raro, però, che la falla si trovi proprio lì; devono essere accaduti degli eventi molto forti perchè questo succeda (ad esempio se si è avuto un rapporto pessimo con i propri genitori e questi ultimi siano morti, rendendo molto più difficoltoso pronunciare il primo “Grazie” oppure se siamo stati abbandonati da piccoli) e così, quando si “ritorna da mamma e papà” (anche solo in senso figurato), l’acqua si attesta comunque ad un livello più alto e, sebbene i nostri orizzonti si siano bruscamente limitati, è molto più facile pensare che non tutto sia perduto.
Non pensate, però, che le falle siano state create dai vostri genitori, dal vostro compagno o da voi stessi. Le falle non vengono create dopo … sono già presenti nel vaso che ci viene consegnato all’inizio della nostra vita.
Bella fregatura eh
E come se non bastasse, non c’è una sola falla per livello ma ce ne sono tante; alcune piccolissime e più difficili da trovare, altre più visibili ma più difficili da chiudere.
E per aggiungere ancora un pò di difficoltà, il vaso non è cilindrico ma conico, molto stretto alla base e molto ampio alla sommità e, di conseguenza, i primi livelli sono più facili da superare rispetto a quelli più alti perchè ci vuole meno acqua per riempirli.
Credo che il compito più importante da svolgere, in questa vita, sia di riparare completamente il nostro vaso cercando tutte le falle e adoperandoci, in tutti i modi, per chiuderle.
Il modo più semplice per riconoscere le falle è seguire le correnti da esse prodotte ma, per farlo, è necessario che l’acqua del vaso sia calma e limpida; per questo motivo è molto importante non farsi distrarre da mille impegni e ritrovarsi a correre, senza una meta precisa, sprecando moltissima energia e creando dei fastidiosissimi vortici intorno a noi.
E’ importante cercare il silenzio.
E’ importante evitare situazioni confuse.
E’ importante vivere le esperienze in prima persona e non credere, ciecamente, a quanto ci viene raccontato.
Bene, a questo punto dovreste esservi fatta un’immagine mentale di questo “vaso” … carino eh ?
Un vaso conico, piantato nel terreno, con un sacco di buchi e buchini sulla superficie … wow … proprio bello ! Quindi il nostro compito, in questa vita, è quello di riempire di acqua un vaso tappandone, contemporaneamente, i buchi ? Detta così può sembrare un’impresa un pò riduttiva. Beh, forse … ma se immaginiamo:
- che l’acqua sia amore
- che i buchi siano i promemoria, messi dalla vita, per ricordarci che siamo fatti d’acqua e che non possiamo infrangere certe regole continuando a voler crescere senza, prima, aver tappato le falle
- e che il grazie sia lo strumento per tappare queste falle
allora l’immagine si fa molto più interessante.
Per questo è così importante ringraziare di avere delle falle, perchè è proprio vicino ad esse che l’acqua scorre più velocemente, facilitandoci così il compito di avvertire la sua presenza.
Questo “sistema di tappare le falle” funziona solo per i primi tre livelli Thaatt.
Nel quarto livello non serve più perchè, a quel livello, non esiste più il vaso e non ci sono più falle da riempire.
Esiste solo acqua, esiste solo amore … talmente sconfinato che, se dovessimo arrivarci senza prima aver capito che l’unica sostanza di cui abbiamo bisogno è l’acqua/amore, rischieremmo di perderci nella ricerca di qualcosa senza sapere di farne già parte.
Un abbraccio … bagnato
Rob.
è davvero interessante questa teoria del vaso riempito di acqua… mi ha fatto ricordare a quel metodo curativo hawaiano in cui si ringrazia anche (e soprattutto) nelle situazioni disperate. da un certo punto di vista potrà sembrare una stranezza il ringraziare nei momenti difficili ma invece funziona così!!! Forse sarà troppo da ottimisti dire: “c’è sempre un lato positivo in qualsiasi cosa” …. però se non facciamo così mica possiamo vivere nella continua disperazione!
Ti riferisci al metodo hawaiano dell’ho’oponopono ? Credo di sì !
In effetti è così, almeno è quello in cui crediamo Mar ed io.
Se ti poni come meta da raggiungere quella di riempire il più possibile il tuo vaso d’amore, allora le situazioni si trasformano in semplici esperienze.
Abbiamo scritto un articolo per approfondire meglio questo tema e lo pubblicheremo domani o Lunedì … si intitola “Specchio riflette !”.
Grazie per i tuoi commenti Samy !
esatto è proprio all’ho’oponopono che mi riferisco! Ho letto qualche libro sull’argomento e devo ammettere che mi ha aperto nuovi orizzonti!
non vedo l’ora di leggere il nuovo articolo!!!!